Arte & Cultura

Come funzionava la medicina in Cina

Anticamente, nella Cina Imperiale, il sistema sanitario era organizzato in modo molto diverso da come potremmo immaginarlo. La Medicina Tradizionale Cinese infatti è una medicina a carattere fortemente preventivo e anche il sistema medico seguiva questo indirizzo.

Quattro volte all’anno, nei principali cambi di stagione, le persone in salute andavano dal medico. Il medico le visitava interessandosi con enorme attenzione della loro vita e delle loro abitudini; domandava di quali disturbi ricorrenti soffrissero, osservava il colorito del volto, la colorazione della lingua, ascoltava il polso, e scandagliava minuziosamente il corpo alla ricerca di indizi e segnali che potessero indicargli la presenza di qualche punto debole che avrebbe potuto trasformarsi in una malattia.

Dopo la diagnosi il medico interveniva stimolando i punti di agopuntura tramite massaggio, puntura o riscaldamento e contemporaneamente consigliava rimedi più lunghi che dovevano garantire la continuità dell’intervento. Tra le prescrizioni classiche c’era quella di assumere particolari erbe, di curare l’alimentazione, di sottoporsi a sedute di massaggio (in molti casi era il medico stesso a massaggiare il paziente durante la visita) spesso inoltre venivano prescritti una serie di esercizi di Qi-Gong o Tai chi Chuan che il paziente doveva ripetere ogni giorno a casa sua. Tutti interventi mirati a rafforzare le debolezze del paziente.
Al termine della visita il medico veniva pagato.

Le persone tornavano a casa e se prima della visita successiva (cioè in un lasso di tempo di circa 3 mesi) si ammalavano, allora era il medico a recarsi a casa del malato e a curarlo in modo completamente gratuito.
Questo perché, dal punto di vista cinese, un buon medico è quello che si accorge del possibile insorgere di una malattia prima che essa si manifesti. Mentre in altre parti del mondo (ad esempio in occidente) lo scopo del medico è curare le malattie, in Cina il medico era quella figura che doveva occuparsi di preservare la salute, non di curare le malattie.

E’ come la differenza fra un carrozziere e un insegnante di scuola guida: il carrozziere si occupa di aggiustarti la macchina dopo che hai avuto un incidente, l’insegnante di scuola guida si occupa di fare in modo che tu non abbia incidenti.

Oltre a curare gratuitamente quei pazienti che avessero manifestato delle malattie, il medico cinese era obbligato a mantenere accesa, fuori dal suo studio, una lanterna per ogni paziente malato che stava curando. In questo modo chiunque avesse visto molte lanterne accese fuori dallo studio di un medico avrebbe capito subito che non si trattava di un buon medico, perché non era stato in grado di preservare la salute dei suoi pazienti.

Troviamo questi concetti, per noi rivoluzionari, già agli albori della Medicina Tradizionale Cinese; nel “Huangdi Nei Ching So Wen” meglio conosciuto come “il Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo” (datato intorno al IV secolo prima di Cristo) si può leggere questa frase in fondo al capitolo due:

“Somministrare delle medicine per delle malattie che si sono ormai sviluppate, è paragonabile a chi, essendo già assetato, iniziasse a scavare un pozzo o a chi iniziasse a forgiare le armi dopo aver dichiarato guerra. Non sono forse tutte azioni tardive?”