In questo articolo troverete tutte le informazioni su Il Trionfo di Bacco e Arianna, il componimento di tipo poetico che venne scritto da Lorenzo il Magnifico. L’opera è conosciuta anche sotto il nome di Canzona di Bacco, spesso chiamata anche La canzone di Bacco e Arianna. Il componimento poetico fa parte della raccolta Canta carnascialeschi, ovvero i canti di carnevale, scritti con molta probabilità nel 1490. L’obiettivo era quello di comporre queste opere per essere poi recitate ed eseguite durante le varie feste del Carnevale.
Il trionfo di Bacco e Arianna: analisi del testo
Il Trionfo di Bacco e Arianna è una canzone composta da ben 60 versi ottonari, divisi in sette strofe. Ogni strofa è formata da otto versi e la rima è ABABBCCD. Ogni strofa è preceduta da un ritornello dove invece le rime sono DCCD. Il testo è stato strutturato proprio per adattarsi alla musica e entrare in sintonia con essa.
Per fare un breve riassunto del Trionfo di Bacco e Arianna, possiamo dire che il componimento è un vero e proprio inno alla giovinezza. Questa poesia invita a godere a pieno dei piaceri e delle cose belle della vita, sfruttando le figure di Bacco e Arianna a tale scopo. Lorenzo de Medici lancia un invito a godere del vino e dell’amore finché si è giovani. Bacco e Arianna vengono citati per il loro amore, per la loro voglia di concedersi alla gioia e alla condivisione di questi momenti. La leggenda vuole che Bacco avesse preso in sposa Arianna, dopo che questa venne abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso.
Il trionfo di Bacco e Arianna, commento:
Come detto questo componimento venne scritto per essere eseguito durante le feste di Carnevale e dove accompagnare la sfilata di carri, voluta proprio da Lorenzo il Magnifico. Questa poesia è dedicata alla celebrazione della giovinezza, un verro e proprio incitamento a godere dei piaceri della vita. La poesia è intitolata a Bacco e Arianna, la divinità accolse la donna e la rese immortale, sposandola. Il messaggio principale della poesia è quello di godersi il presente perché il domani è incerto. Bacco e Arianna diventano il simbolo di tale messaggio, perché vengono descritti come una coppia che è sempre felice insieme. Insieme alla coppia, vengono citati i satiri che aspettano le ninfe, e re Mida. Il canto ha un carattere molto gioioso, l’obiettivo era quello di invitare i giovani a divertirsi, cantare e ballare godendosi a pieno il presente.
Il tema della giovinezza e dell’amore visti come attimi sfuggenti e poco duraturi, è molto ricorrente nei componimenti del XV secolo. Il ritornello è infatti “Chi vuol essere lieto, sia / di doman non c’è certezza”, proprio a sottolineare il fatto che bisogna godersi a pieno il presente, senza riporre le proprie certezze nel futuro, proprio perché troppo incerto. Si tratta di una vera e propria esortazione a godersi tutto ciò che la giovinezza porta con sé, come la gioia di vivere, la spensieratezza e tutte le emozioni che comporta.
La parafrasi de Il trionfo di Bacco e Arianna
Quant’è bella la giovinezza, che fugge continuamente! Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Questi sono Bacco e Arianna, belli e innamorati l’uno dell’altra: poiché il tempo fugge ed è ingannevole, stanno sempre insieme felici. Queste ninfe e questi altri personaggi sono sempre allegri. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Questi lieti satiri, innamorati delle ninfe, hanno teso loro cento agguati per caverne e boschi; ora, riscaldati dal vino, ballano e saltano continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Queste ninfe sono ben liete di subire gli agguati dei satiri: nessuno può respingere l’amore, se non persone rozze e sgraziate: ora, mescolate insieme, suonano e cantano continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Questo corpo pesante, che viene dietro sopra l’asino, è Sileno: pur così vecchio, è ubriaco e felice, già carico di carne e di anni; se non può stare dritto, almeno ride e gode continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Mida segue costoro: quello che tocca, diventa oro. E a cosa serve avere un tesoro, se poi uno non si accontenta? Che dolcezza vuoi che possa sentire chi ha continuamente sete? Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Ognuno apra bene le orecchie, nessuno si culli nel pensiero del domani; oggi dobbiamo essere tutti felici, giovani e vecchi, donne e uomini; ogni pensiero triste sia deposto, facciamo festa continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
Donne e giovani amanti, viva Bacco e viva l’amore! Ciascuno suoni, balli e canti! Il cuore arda di dolcezza! Non vi siano più la fatica, né il dolore! Ciò che deve accadere, accada pure. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.