Tecnologia

Come programmare per Android: i linguaggi di programmazione

Esistono differenti linguaggi di programmazione che si rifanno a diversi ambienti di sviluppo. Se ci interessa in particolare programmare per Android, è opportuno conoscere soprattutto Java e XML. Sono questi i linguaggi più utilizzati nello sviluppo di applicazioni dedicate a dispositivi con sistema operativo Android, e non è un caso che la maggior parte dei corsi per Android si concentrano su Java.

Anche Google raccomanda di utilizzare questi linguaggi, quindi per la maggior parte di noi è una scelta corretta. Ma vediamo in particolare quali sono le loro caratteristiche principali.

Il linguaggio Java

Può essere considerato uno dei più importanti linguaggi per la programmazione informatica. Grazie alle sue peculiarità, una volta che il programma viene creato può essere eseguito su qualunque piattaforma. È molto vantaggioso utilizzare Java, perché Google, attraverso il suo Android Studio, mette a disposizione moltissimi strumenti che ci possono essere utili.

Tra l’altro non è affatto difficile imparare questo linguaggio di programmazione, visto che si rivela piuttosto semplice. Conoscendo le principali istruzioni, possiamo creare programmi che si rivelano molto comodi nella gestione di diverse funzionalità.

Il linguaggio di programmazione XML

Il linguaggio di programmazione XML per le app Android è stato definito come quello che si basa sulle etichette. È possibile trovare molti strumenti utili per questo linguaggio anche in Android Studio. La sua peculiarità consiste nel fatto che i prodotti messi a punto con XML possono essere letti sia dai computer che dagli individui. XML si rivela molto utile soprattutto per realizzare e organizzare la schermata delle applicazioni.

Come programmare per Android con Android Studio

Per sviluppare un’applicazione Android, il primo passo da compiere consiste nell’installare l’ambiente di sviluppo. Dobbiamo anche configurarlo in maniera corretta e poi procedere a creare un progetto. Iniziamo con l’eseguire Android Studio e attendiamo il caricamento della configurazione iniziale.

A questo punto avremo a disposizione una finestra, all’interno della quale ci sono diverse possibilità. Dobbiamo scegliere l’opzione “start a new Android Studio project”. Poi ci comparirà un campo in cui immettere il nome dell’applicazione, il dominio e la cartella nella quale salvare il progetto.

A nostra disposizione anche differenti opzioni per scegliere il design che riteniamo più adatto, fra quelli in particolare basati sul material design. Il sistema inizia a preparare tutti i file che ci servono e ci riporterà nell’editor del codice dell’applicazione. I file XML che corrispondono al design dell’applicazione si trovano nelle cartelle values e XML, mentre i file di Java sono disponibili nella cartella Java.

Come sviluppare senza l’uso di Java

Nonostante Java rappresenti un linguaggio di programmazione essenziale per sviluppare applicazioni per Android, possiamo ricorrere anche ad ambienti di programmazione per sviluppare senza Java. Fra questi ambienti che non prevedono l’uso di questo linguaggio, possiamo ricordare, ad esempio, Basic4Android. È un ambiente più grafico e meno astratto, che consente di vedere gli sviluppi gradualmente, mentre ci troviamo a programmare. Particolarmente utile si dimostra anche Mono, da utilizzare con Visual Basic, scaricando l’SDK di Mono per Android.

Non bisogna dimenticare HTML5, un linguaggio di programmazione utile soprattutto per coloro che hanno creato delle pagine web in precedenza in HTML. È un linguaggio molto versatile, con un contenuto che si adatta a diverse piattaforme. Consente di realizzare aggiornamenti quasi istantaneamente.

Da non trascurare nemmeno le ottime possibilità che ci offre Ruboto. Si può usare facilmente scaricando la console e gli scripts, attraverso i quali cominciare a sviluppare app. InDesign CS6 è molto utile per convertire pubblicazioni in applicazioni scaricabili. È adatto soprattutto per pubblicazioni, come ad esempio i libri, le riviste, i quotidiani e i cataloghi. Per convertire tutti questi contenuti in applicazioni, senza necessariamente dover imparare a programmare, non dovremo fare altro che scaricare InDesign CS6, scaricare poi Adobe Content View e comprare una licenza che può variare in base alla quantità di pubblicazioni.